L’acidosi metabolica: cause, sintomi e l’alimentazione da seguire L’acidosi metabolica è una patologia di cui si sente parlare molto e che, spesso, ci riguarda in prima persona, ma sulla quale non siamo informati a sufficienza da ricorrere ai ripari, soprattutto riguardo al cibo che ingeriamo. Ma vediamo di cosa si tratta nello specifico: l’acidosi metabolica è una particolare condizione che si verifica quando gli acidi si accumulano in maniera eccessiva nel sangue, è un processo che si mette in moto sin dall’infanzia durante il periodo dello svezzamento e, nel tempo, porta ad una forte diminuzione del normale Ph. I sintomi legati all’iperacidità sono vari, i più riscontrati sono stanchezza, gonfiore, iperidratazione, vertigini, confusione mentale, disturbi dell’umore, diabete, ipercolesterolemia, osteoporosi, calcoli renali e biliari, impotenza, infertilità, disturbi mestruali, asma, bronchiti, dermatiti, tumori. Le cause dell’acidosi metabolica: le cause primarie dell’acidosi tissutale sono da ricercarsi nella dieta e in altri fattori, per esempio nell’eccesso di alimenti acidificanti, cioè un’alimentazione scorretta, basata su alimenti che richiedono una trasformazione a base acida da parte del corpo. Per orientarsi nella scelta degli alimenti, il senso del gusto non è adatto perché divengono sostanze acide proprio gli alimenti che non hanno un gusto acido quali ad esempio i formaggi, i dolciumi, la pasta o la carne;insufficiente apporto di alimenti alcalinizzanti, in particolare frutta e verdura; uso prolungato di farmaci; insufficiente apporto di liquidi; vita sedentaria; fumo, alcool e stress; attività sportiva svolta a livello intenso. L’acidità e le intolleranze: le allergie e le intolleranze alimentari, sempre più frequenti nel mondo occidentale, sono provocate dai cibi acidi. Nelle allergie le reazioni insorgono con manifestazioni improvvise e possono portare anche alla morte, come nel caso di ingestione di arachidi o crostacei, mentre le intolleranze alimentari possono manifestarsi dopo giorni o settimane dall’assunzione, in quanto occorre del tempo affinché i residui acidi possano accumularsi nel corpo al punto tale da sovraccaricarlo e farlo alla fine reagire. Tali reazioni sono solo l’espressione del tentativo dell’organismo di disfarsi degli acidi in ogni modo possibile. La stanchezza cronica è la prima fase dell’acidità ed è il sintomo principale di un corpo eccessivamente acido e invaso da microrganismi nocivi, i quali consumano le riserve di elettroni che vengono utilizzate per produrre energia, e successivamente rigurgitano le loro scorie acide come risultato finale. Le tossine prodotte in un corpo acido riducono l’energia derivante dai carboidrati, dai grassi, dalle proteine e dai minerali, diminuendo la capacità dell’organismo di produrre gli enzimi, gli ormoni e gli altri prodotti chimici necessari per la vitalità delle cellule. I disturbi della pelle La pelle rappresenta l’organo più importante per l’espulsione degli acidi, ed è da considerarsi come un terzo rene, poiché rimuove circa 1/3 delle tossine del corpo. E ancora oggi le pomate al cortisone sono largamente prescritte per inibire qualsiasi manifestazione cutanea che, al contrario di quanto si possa pensare, è proprio la modalità di difesa dell’organismo dalle tossine acide accumulate negli organi e nel tessuto intercellulare! L’acidosi, soprattutto determinata dall’acido lattico prodotto nell’attività sportiva, dall’acido urico proveniente dal consumo eccessivo di carni animali, dall’acido acetico, metabolita terminale di grassi e dolci, determina una precoce caduta dei capelli; infatti il cuoio capelluto è un organo del metabolismo e il primo abbondante deposito di sostanze minerali alcaline che sono necessarie per neutralizzare l’eccessiva acidità. I cibi acidificanti: i cibi da diminuire (in certi casi da evitare) nelle quantità sono: i carboidrati, lo zucchero, la farina bianca, il riso bianco, il mais, il latte e i formaggi, la carne, il lievito di birra, i funghi, l’alcol, il caffè, le arachidi, il cibo cotto con le microonde, i dolcificanti artificiali. Tra questi, l’aspartame è il prodotto che ha la maggiore tossicità, perché produce danni al sistema nervoso, al sistema immunitario e al DNA a causa della formaldeide in esso presente: basta la quantità assorbita da una lattina di bibita per superare abbondantemente quanto si assimilerebbe dall’aria inalata in un ambiente inquinato! Lo zucchero in tutte le sue forme (zucchero bianco, di canna, saccarosio, lattosio, glucosio) è un prodotto di scarto acido risultante dall’attività metabolica del corpo e crea un ambiente idoneo alla nascita di batteri, lieviti e muffe all’interno del corpo. Lo zucchero condiziona la risposta metabolica al cibo, disattivando i sistemi di controllo genetici preposti alla protezione dell’organismo contro gli acidi alimentari e metabolici, e lasciando aperta la porta a malattie come diabete, cardiopatie e tumori; con tale tipo di imput, costante e per lungo tempo, gli effetti sono amplificati, potendo sfociare in un danno genetico. Questo discorso vale anche per i carboidrati semplici, come la farina bianca e i suoi derivati (pasta, pane, pizza) il riso bianco e il mais. Oltre a ciò dovrebbe essere completamente abbandonato il cibo spazzatura, come: patatine fritte, biscotti, dolciumi, i pasti pronti ipocalorici. Tutti questi cibi sono manipolati e trattati sin dall’origine, sono carichi di zucchero, sale raffinato, coloranti artificiali, additivi, conservanti, e sono tutti acidificanti. Il cibo fresco è essenziale, ed è preferibile quello coltivato biologicamente, che ha un valore nutritivo fino a 300 volte superiore al cibo convenzionale. Inoltre, per tenere maggiormente alcalino il proprio corpo, si dovrebbe rispettare il vecchio detto:“a colazione mangia come un re, a pranzo come un principe, a cena come un povero”. In tal modo si avranno a disposizione le sostanze nutritive durante la giornata, e si avranno meno acidi da neutralizzare ed eliminare durante la notte, mentre il corpo riposa. La maggior parte degli alimenti acidificanti è rappresentata da alimenti basilari: non è dunque possibile eliminarli totalmente, ma consiste nel limitarne il consumo. Alcuni consigli: quando si rileva uno stato di acidosi tissutale é sempre necessario modificare il proprio stile di vita. Integrare l’alimentazione con prodotti specifici a base di sali minerali alcalinizzanti. Assumere quotidianamente liquidi, acqua o tisane, nella misura di almeno 1-1,5 litri limitando il consumo di caffè, tè ed alcolici. Migliorare l’apporto di ossigeno attraverso una giusta e regolare attività fisica (ad esempio una semplice passeggiata o camminata nei boschi) che permetta di migliorare l’apporto di ossigeno e favorire il rilascio di acido carbonico sotto forma di anidride carbonica. Evitare, per quanto possibile, situazioni stressanti. Sottoporsi regolarmente a sedute in sauna (salvo controindicazioni mediche). Aumentare l’assunzione di alimenti alcalinizzanti. ALIMENTAZIONE SANA, BENESSERE, FITNESS METABOLICO, MOTIVAZIONEmaggio 19, 2015Erika1 comment Permalink
L’acidosi metabolica: cause, sintomi e l’alimentazione da seguire L’acidosi metabolica è una patologia di cui si sente parlare molto e che, spesso, ci riguarda in prima persona, ma sulla quale non siamo informati a sufficienza da ricorrere ai ripari, soprattutto riguardo al cibo che ingeriamo. Ma vediamo di cosa si tratta nello specifico: l’acidosi metabolica è una particolare condizione che si verifica quando gli acidi si accumulano in maniera eccessiva nel sangue, è un processo che si mette in moto sin dall’infanzia durante il periodo dello svezzamento e, nel tempo, porta ad una forte diminuzione del normale Ph. I sintomi legati all’iperacidità sono vari, i più riscontrati sono stanchezza, gonfiore, iperidratazione, vertigini, confusione mentale, disturbi dell’umore, diabete, ipercolesterolemia, osteoporosi, calcoli renali e biliari, impotenza, infertilità, disturbi mestruali, asma, bronchiti, dermatiti, tumori. Le cause dell’acidosi metabolica: le cause primarie dell’acidosi tissutale sono da ricercarsi nella dieta e in altri fattori, per esempio nell’eccesso di alimenti acidificanti, cioè un’alimentazione scorretta, basata su alimenti che richiedono una trasformazione a base acida da parte del corpo. Per orientarsi nella scelta degli alimenti, il senso del gusto non è adatto perché divengono sostanze acide proprio gli alimenti che non hanno un gusto acido quali ad esempio i formaggi, i dolciumi, la pasta o la carne;insufficiente apporto di alimenti alcalinizzanti, in particolare frutta e verdura; uso prolungato di farmaci; insufficiente apporto di liquidi; vita sedentaria; fumo, alcool e stress; attività sportiva svolta a livello intenso. L’acidità e le intolleranze: le allergie e le intolleranze alimentari, sempre più frequenti nel mondo occidentale, sono provocate dai cibi acidi. Nelle allergie le reazioni insorgono con manifestazioni improvvise e possono portare anche alla morte, come nel caso di ingestione di arachidi o crostacei, mentre le intolleranze alimentari possono manifestarsi dopo giorni o settimane dall’assunzione, in quanto occorre del tempo affinché i residui acidi possano accumularsi nel corpo al punto tale da sovraccaricarlo e farlo alla fine reagire. Tali reazioni sono solo l’espressione del tentativo dell’organismo di disfarsi degli acidi in ogni modo possibile. La stanchezza cronica è la prima fase dell’acidità ed è il sintomo principale di un corpo eccessivamente acido e invaso da microrganismi nocivi, i quali consumano le riserve di elettroni che vengono utilizzate per produrre energia, e successivamente rigurgitano le loro scorie acide come risultato finale. Le tossine prodotte in un corpo acido riducono l’energia derivante dai carboidrati, dai grassi, dalle proteine e dai minerali, diminuendo la capacità dell’organismo di produrre gli enzimi, gli ormoni e gli altri prodotti chimici necessari per la vitalità delle cellule. I disturbi della pelle La pelle rappresenta l’organo più importante per l’espulsione degli acidi, ed è da considerarsi come un terzo rene, poiché rimuove circa 1/3 delle tossine del corpo. E ancora oggi le pomate al cortisone sono largamente prescritte per inibire qualsiasi manifestazione cutanea che, al contrario di quanto si possa pensare, è proprio la modalità di difesa dell’organismo dalle tossine acide accumulate negli organi e nel tessuto intercellulare! L’acidosi, soprattutto determinata dall’acido lattico prodotto nell’attività sportiva, dall’acido urico proveniente dal consumo eccessivo di carni animali, dall’acido acetico, metabolita terminale di grassi e dolci, determina una precoce caduta dei capelli; infatti il cuoio capelluto è un organo del metabolismo e il primo abbondante deposito di sostanze minerali alcaline che sono necessarie per neutralizzare l’eccessiva acidità. I cibi acidificanti: i cibi da diminuire (in certi casi da evitare) nelle quantità sono: i carboidrati, lo zucchero, la farina bianca, il riso bianco, il mais, il latte e i formaggi, la carne, il lievito di birra, i funghi, l’alcol, il caffè, le arachidi, il cibo cotto con le microonde, i dolcificanti artificiali. Tra questi, l’aspartame è il prodotto che ha la maggiore tossicità, perché produce danni al sistema nervoso, al sistema immunitario e al DNA a causa della formaldeide in esso presente: basta la quantità assorbita da una lattina di bibita per superare abbondantemente quanto si assimilerebbe dall’aria inalata in un ambiente inquinato! Lo zucchero in tutte le sue forme (zucchero bianco, di canna, saccarosio, lattosio, glucosio) è un prodotto di scarto acido risultante dall’attività metabolica del corpo e crea un ambiente idoneo alla nascita di batteri, lieviti e muffe all’interno del corpo. Lo zucchero condiziona la risposta metabolica al cibo, disattivando i sistemi di controllo genetici preposti alla protezione dell’organismo contro gli acidi alimentari e metabolici, e lasciando aperta la porta a malattie come diabete, cardiopatie e tumori; con tale tipo di imput, costante e per lungo tempo, gli effetti sono amplificati, potendo sfociare in un danno genetico. Questo discorso vale anche per i carboidrati semplici, come la farina bianca e i suoi derivati (pasta, pane, pizza) il riso bianco e il mais. Oltre a ciò dovrebbe essere completamente abbandonato il cibo spazzatura, come: patatine fritte, biscotti, dolciumi, i pasti pronti ipocalorici. Tutti questi cibi sono manipolati e trattati sin dall’origine, sono carichi di zucchero, sale raffinato, coloranti artificiali, additivi, conservanti, e sono tutti acidificanti. Il cibo fresco è essenziale, ed è preferibile quello coltivato biologicamente, che ha un valore nutritivo fino a 300 volte superiore al cibo convenzionale. Inoltre, per tenere maggiormente alcalino il proprio corpo, si dovrebbe rispettare il vecchio detto:“a colazione mangia come un re, a pranzo come un principe, a cena come un povero”. In tal modo si avranno a disposizione le sostanze nutritive durante la giornata, e si avranno meno acidi da neutralizzare ed eliminare durante la notte, mentre il corpo riposa. La maggior parte degli alimenti acidificanti è rappresentata da alimenti basilari: non è dunque possibile eliminarli totalmente, ma consiste nel limitarne il consumo. Alcuni consigli: quando si rileva uno stato di acidosi tissutale é sempre necessario modificare il proprio stile di vita. Integrare l’alimentazione con prodotti specifici a base di sali minerali alcalinizzanti. Assumere quotidianamente liquidi, acqua o tisane, nella misura di almeno 1-1,5 litri limitando il consumo di caffè, tè ed alcolici. Migliorare l’apporto di ossigeno attraverso una giusta e regolare attività fisica (ad esempio una semplice passeggiata o camminata nei boschi) che permetta di migliorare l’apporto di ossigeno e favorire il rilascio di acido carbonico sotto forma di anidride carbonica. Evitare, per quanto possibile, situazioni stressanti. Sottoporsi regolarmente a sedute in sauna (salvo controindicazioni mediche). Aumentare l’assunzione di alimenti alcalinizzanti. ALIMENTAZIONE SANA, BENESSERE, FITNESS METABOLICO, MOTIVAZIONEmaggio 19, 2015Erika1 comment Permalink